Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

Negli ultimi mesi si è acceso un acceso dibattito attorno alla cosiddetta “maxi tassa sulle auto vecchie” che entrerà in vigore dal 2026. Questa misura, annunciata dal governo e regolamentata dall’Agenzia delle Entrate, ha lo scopo di incentivare la rottamazione dei veicoli più inquinanti e favorire il rinnovo del parco auto circolante in Italia. Tuttavia, molti automobilisti sono preoccupati per le ricadute economiche che questa nuova tassa potrebbe avere, soprattutto su chi utilizza ancora auto datate per motivi economici o affettivi. In questo articolo approfondiremo le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate, i criteri per l’applicazione della tassa e le strategie per evitarla o ridurne l’impatto.

Cos’è la maxi tassa sulle auto vecchie e a chi si applica

La maxi tassa sulle auto vecchie, prevista a partire dal 2026, consiste in un’imposta annuale aggiuntiva che colpirà i proprietari di veicoli considerati altamente inquinanti e obsoleti. La misura si inserisce nel più ampio contesto delle politiche ambientali dell’Unione Europea, che puntano a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 entro il 2035. Secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate, la tassa sarà applicata alle auto immatricolate prima del 2011 e appartenenti alle categorie Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3.

Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

La platea dei potenziali interessati è molto ampia: secondo i dati ACI, in Italia circolano ancora oltre 10 milioni di veicoli appartenenti a queste categorie. La tassa varierà in base alla cilindrata, all’anno di immatricolazione e al livello di emissioni del veicolo, con importi che potranno arrivare anche a 500 euro l’anno per i modelli più vecchi e inquinanti. Sono previste esenzioni per alcune categorie di cittadini, come i disabili, e per i veicoli storici iscritti agli appositi registri.

Il governo punta così a spingere i proprietari di auto obsolete verso la rottamazione o la sostituzione con veicoli più moderni e meno inquinanti, ma la misura rischia di colpire soprattutto le fasce di popolazione meno abbienti, che spesso non hanno la possibilità di acquistare un’auto nuova.

Le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una dettagliata circolare che chiarisce i criteri di applicazione della maxi tassa sulle auto vecchie. Innanzitutto, la tassa sarà dovuta da chi risulta proprietario del veicolo al 1° gennaio di ogni anno di imposta, indipendentemente dall’effettivo utilizzo del mezzo. Saranno esclusi i veicoli radiati dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e quelli già sottoposti a fermo amministrativo per motivi giudiziari.

Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

Il calcolo dell’imposta avverrà in modo progressivo: più il veicolo è vecchio e inquinante, maggiore sarà l’importo dovuto. La base imponibile terrà conto della classe ambientale (Euro 0-3), della cilindrata e, per i diesel, della presenza o meno di filtro antiparticolato. Ad esempio, un’auto Euro 0 a benzina di grossa cilindrata pagherà la tassa massima, mentre una Euro 3 diesel con filtro antiparticolato potrà beneficiare di una riduzione.

Il pagamento dovrà avvenire entro il 30 aprile di ogni anno, con possibilità di rateizzazione per chi si trova in difficoltà economica. In caso di mancato pagamento, sono previste sanzioni amministrative e il fermo del veicolo. L’Agenzia delle Entrate potrà effettuare controlli incrociati con il PRA e la Motorizzazione Civile per individuare i proprietari inadempienti.

Strategie per evitare o ridurre la maxi tassa

Esistono diverse strategie che i proprietari di auto vecchie possono adottare per evitare o ridurre l’impatto della nuova tassa. La prima e più ovvia è la rottamazione del veicolo: il governo ha previsto incentivi e bonus rottamazione che possono arrivare fino a 2.000 euro per chi decide di sostituire l’auto inquinante con una nuova a basso impatto ambientale, ibrida o elettrica.

Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

Un’altra possibilità è quella di iscrivere il proprio veicolo come auto storica, purché abbia almeno 20 anni e sia in ottime condizioni di conservazione. In questo caso, è necessario registrarsi presso uno dei club riconosciuti (ASI, FMI, ecc.) e ottenere il certificato di storicità, che permette di beneficiare di esenzioni o riduzioni fiscali.

Per chi non può o non vuole cambiare auto, esistono soluzioni intermedie: ad esempio, l’installazione di impianti a GPL o metano può abbattere le emissioni e consentire di accedere a una fascia di tassazione più bassa. In alcuni casi, soprattutto per i diesel, è possibile installare un filtro antiparticolato omologato e ottenere una riduzione dell’imposta. Infine, chi utilizza l’auto solo saltuariamente può valutare la possibilità di sospendere temporaneamente la circolazione, evitando così il pagamento della tassa per i periodi di inutilizzo.

Consigli pratici e scenari futuri

Per affrontare al meglio l’introduzione della maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026, è fondamentale informarsi per tempo e valutare tutte le opzioni disponibili. Il primo passo è verificare la classe ambientale della propria auto tramite il libretto di circolazione o i servizi online dell’ACI e della Motorizzazione. Successivamente, è utile confrontare i costi della tassa con quelli di un eventuale cambio auto, tenendo conto degli incentivi statali e delle promozioni delle case automobilistiche.

Come evitare la nuova maxi tassa sulle auto vecchie dal 2026: le regole spiegate dall’Agenzia delle Entrate

Per chi decide di rottamare, è importante muoversi per tempo: la domanda di auto nuove e usate aumenterà sensibilmente nei mesi precedenti al 2026, con possibili rialzi dei prezzi e tempi di attesa più lunghi. Chi invece punta a mantenere il proprio veicolo, dovrebbe valutare interventi di manutenzione o aggiornamento che possano ridurre le emissioni e la relativa tassazione.

In prospettiva, la maxi tassa rappresenta solo una delle misure che il nostro Paese dovrà adottare per rispettare gli obiettivi europei di decarbonizzazione. È possibile che in futuro vengano introdotte ulteriori restrizioni alla circolazione dei veicoli inquinanti, soprattutto nei centri urbani. Per questo motivo, conviene pianificare fin da ora una graduale transizione verso soluzioni di mobilità più sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico.

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