
Negli ultimi anni, la normativa italiana riguardante i prelievi di denaro allo sportello bancario ha subito importanti cambiamenti, spesso poco conosciuti dal grande pubblico. In particolare, sono stati introdotti nuovi limiti e regole che riguardano sia i privati cittadini che le imprese, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Tuttavia, la scarsa informazione su questi temi espone molti utenti al rischio di incorrere in sanzioni anche pesanti. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio quali sono i nuovi limiti ai prelievi allo sportello, perché sono stati introdotti, quali sono le sanzioni previste e come comportarsi per essere sempre in regola.
I nuovi limiti ai prelievi allo sportello: cosa prevede la legge
Il limite ai prelievi di contante allo sportello è stato oggetto di numerose modifiche negli ultimi anni, nell’ambito delle politiche di lotta al riciclaggio e all’evasione fiscale. Attualmente, la normativa di riferimento è rappresentata dal Decreto Legislativo n. 231/2007 e dalle successive modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio e dal Decreto Fiscale. Queste norme stabiliscono che il limite massimo per i trasferimenti di denaro contante tra soggetti diversi è fissato a 5.000 euro, a partire dal 1° gennaio 2023. Tuttavia, esistono regole specifiche anche per i prelievi allo sportello.

In particolare, sebbene prelevare contanti dal proprio conto corrente non rappresenti di per sé un trasferimento tra soggetti diversi, l’Agenzia delle Entrate e l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) monitorano i movimenti sospetti di denaro, soprattutto se di importo elevato o frequenti. In caso di prelievi superiori a 10.000 euro complessivi in un mese, la banca è obbligata a segnalare l’operazione all’UIF, che potrà avviare accertamenti per verificare la liceità delle transazioni.
È importante sottolineare che il limite di 10.000 euro non si applica al singolo prelievo, ma alla somma dei prelievi effettuati nell’arco di un mese solare. Questo significa che anche più operazioni di importo inferiore, se sommate, possono superare la soglia e far scattare la segnalazione. Inoltre, alcune banche possono applicare limiti ancora più stringenti, richiedendo una giustificazione scritta per i prelievi superiori a determinate cifre.
Perché sono stati introdotti questi limiti: la lotta al contante
La ragione principale per cui sono stati introdotti limiti stringenti ai prelievi allo sportello è la lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro. L’utilizzo del contante, infatti, rende molto più difficile tracciare i movimenti di denaro e identificare eventuali operazioni illecite. Le autorità fiscali e finanziarie italiane, in linea con le direttive europee, hanno quindi deciso di incentivare l’uso di strumenti di pagamento tracciabili come bonifici, carte di credito e assegni.

La presenza di limiti ai prelievi serve anche a scoraggiare fenomeni come il “prelevamento frazionato”, ovvero la pratica di effettuare più prelievi di importo inferiore alla soglia per evitare controlli. Questo comportamento, se rilevato dalle autorità, può essere considerato una violazione delle norme antiriciclaggio e portare a conseguenze anche gravi.
Un altro motivo alla base di questi limiti è la necessità di adeguarsi agli standard internazionali in materia di trasparenza finanziaria. L’Italia, come altri paesi europei, è sottoposta a controlli periodici da parte di organismi internazionali che valutano l’efficacia delle misure adottate per prevenire il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
Le sanzioni previste per chi supera i limiti: cosa si rischia
Superare i limiti previsti dalla legge per i prelievi di contante allo sportello può comportare conseguenze molto serie. In primo luogo, la banca è tenuta a segnalare all’Unità di Informazione Finanziaria qualsiasi operazione sospetta, anche se formalmente non supera la soglia mensile di 10.000 euro, ma presenta caratteristiche anomale (ad esempio, prelievi frazionati, giustificazioni poco credibili, frequenza insolita).

Se a seguito della segnalazione vengono accertate irregolarità, il titolare del conto può essere sottoposto a controlli fiscali approfonditi. In caso di violazione delle norme antiriciclaggio, le sanzioni amministrative possono andare da un minimo di 3.000 euro fino a un massimo di 50.000 euro, a seconda della gravità e della recidiva. Nei casi più gravi, quando si accerti l’intenzione di riciclare denaro di provenienza illecita, possono scattare anche sanzioni penali.
È importante ricordare che la responsabilità non ricade solo sul cliente, ma anche sulla banca, che può essere sanzionata se non effettua i dovuti controlli e le segnalazioni previste dalla legge. Per questo motivo, gli istituti di credito sono sempre più attenti nel monitorare i movimenti di contante e possono richiedere ai clienti di fornire documentazione o spiegazioni dettagliate sui motivi dei prelievi.
Come evitare rischi e sanzioni: consigli pratici per i correntisti
Per evitare di incorrere in sanzioni o accertamenti fiscali, è fondamentale conoscere le regole e adottare comportamenti trasparenti nella gestione dei prelievi di contante. In primo luogo, è consigliabile non superare il limite mensile di 10.000 euro e, in caso di necessità di prelievi superiori, informare preventivamente la propria banca e fornire una motivazione documentata (ad esempio, l’acquisto di un bene costoso o il pagamento di una prestazione professionale).

Un altro accorgimento importante è quello di evitare di effettuare prelievi frazionati con l’intento di aggirare la soglia mensile: questa pratica è facilmente individuabile dagli algoritmi di controllo delle banche e può essere interpretata come un tentativo di elusione delle norme. Inoltre, è sempre bene conservare la documentazione relativa all’utilizzo del denaro prelevato, in modo da poterla esibire in caso di controlli.
Infine, è opportuno informarsi presso la propria banca sulle eventuali regole interne relative ai prelievi di contante, che possono essere più restrittive rispetto alla normativa nazionale. Alcuni istituti, infatti, richiedono la prenotazione anticipata dei prelievi di importo elevato o impongono limiti giornalieri più bassi. Essere consapevoli di queste regole permette di evitare spiacevoli sorprese e di gestire il proprio denaro in modo sicuro e conforme alla legge.